Autore di libri che sono bestseller in tutto il mondo, lo scrittore svizzero Joel Dicker propone un romanzo che può essere letto e condiviso da lettori di tutte le età. È un libro che può interessare i lettori giovani, che non annoverano la "lettura" tra le loro passioni, i lettori emotivi, che si identificano con i personaggi, i lettori che esplorano diversi generi e coloro che magari leggono un solo libro all'anno.
Con "La catastrofica visita allo zoo" (pubblicato da La nave di Teseo, con la traduzione di Milena Zemira Ciccimarra) Dicker ha deciso di affidare la narrazione alla piccola Joséphine, l'età non viene svelata ma si sa che frequenta la scuola elementare, che propone un nuovo modo di vedere il mondo. Vi sorprenderà scoprire che in questo romanzo non c'è nessun omicidio su cui indagare, nessuna atmosfera torbida, nessun intrigo e ambiguità.
Joséphine, una tipa tosta dalla parlantina facile che impara le cose troppo velocemente e che da grande vorrebbe fare l'inventrice di parolacce, e i suoi amichetti sono decisi a risolvere quel mistero che ha stravolto la loro quotidianità dando inizio a una serie di catastrofi culminanti nella catastrofe più grande, come indicato dal titolo, rappresentata dalla visita allo zoo.
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![]() STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 6 |
Pagine: 272
"Per anni, nella piccola città dove sono cresciuta, è rimasto impresso nella memoria degli abitanti il ricordo degli avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre, pochi giorni prima di Natale. E per tutti questi anni, nessuno ha saputo cosa fosse realmente accaduto." Alla vigilia di Natale, una visita scolastica allo zoo si trasforma in una catastrofe. Cosa è successo esattamente? I genitori di Joséphine, una bambina che ha preso parte alla gita e che sembra sapere molte cose, sono decisi a scoprirlo. Diversi anni dopo, Joséphine, diventata adulta, decide di raccontare in un libro cosa è accaduto durante quella visita di classe, e nei fatidici giorni che l’hanno preceduta. Joséphine e i suoi compagni sapevano dal primo momento che non poteva essere stato un incidente, ma durante la loro indagine scoprono che una catastrofe non arriva mai da sola, le apparenze ingannano e le storie possono prendere una piega imprevedibile...

Per anni, nella piccola città dove sono cresciuta, è rimasto impresso nella memoria degli abitanti il ricordo degli avvenimenti che ebbero luogo allo zoo locale un venerdì di dicembre, pochi giorni prima di Natale. E per tutti questi anni, nessuno ha saputo cosa fosse realmente accaduto.
Joséphine, diventata adulta, decide di raccontare in un libro cosa è accaduto durante quella visita di classe allo zoo, quando era bambina, e nei fatidici giorni che l'hanno preceduta.
Nulla avviene per caso. Un lunedì mattina di fine autunno, la scuola speciale "Picchi verdi" frequentata da Joséphine e da altri cinque bambini speciali come lei, viene dichiarata inagibile per allagamento. I rubinetti dei bagni sono rimasti aperti e l'acqua è ovunque. Ciò costringe i bambini e la loro maestra, la signorina Jennings, a trasferirsi nella scuola accanto, tra i bambini normali.
Una catastrofe non avviene mai all'improvviso: è il risultato di una serie di piccole scosse che quasi non si notano ma che, a poco a poco, diventano un terremoto.
La prima catastrofe, l'allagamento, ha un effetto domino sugli eventi. Prima di procedere con la narrazione conosciamo meglio i "piccoli birbanti":
Joséphine, tutti dicono che capisce le cose troppo in fretta. Da grande vuol diventare un'inventrice di parolacce.
Artie, l'ipocondriaco, che pensa sempre di avere malattie di tutti i tipi. Da grande vuol fare il medico per curarsi da solo.
Thomas, il karateka, da grande vuol fare l'insegnante di karatè come il padre.
Otto, il saputone, che ha dei genitori che vivono ognuno in una casa diversa. Adora ricevere in regalo enciclopedie e dizionari, ama spiegare le cose e conosce parole complicate. Da grande Otto vuol fare il conferenziere.
Giovanni ha dei genitori molto ricchi e porta sempre la camicia. Da grande vuol lavorare nell'azienda di famiglia fondata dal nonno.
Yoshi non parla mai. Ma mai mai. Yoshi è pieno di fissazioni, controlla sempre le cose dieci volte, e ogni tanto anche più di dieci. Da grande vuol fare lo scultore.
I bambini vogliono scoprire chi ha causato l'allagamento della loro scuola, i tubi erano stati ostruiti con della plastilina, per questo chiedono aiuto alla nonna di Giovanni che ha la passione per i telefilm polizieschi. Parallelamente all'indagine, che vi porterà a sorridere molto spesso, i piccoli detective in erba devono affrontare la convivenza con i bambini normali. Ne vedremo delle belle! I bambini scoprono che una catastrofe non arriva mai da sola, le apparenze ingannano e le storie possono prendere una piega imprevedibile.
I bambini protagonisti del romanzo sono speciali. Scrive Dicker:
Volevo fare spazio anche alla stupidità degli adulti. Gli adulti hanno paura della differenza. Ma siamo tutti differenti: marito, moglie, anche un fratello gemello... Non dobbiamo cercare le persone che sono come noi ma trovare il modo di funzionare con qualcuno di diverso da noi. E quindi ho scelto questi protagonisti particolari, che chi leggerà il libro incontrerà, per parlare di differenza. E ho scelto il termine "speciale": è la parola giusta alla quale si può dare qualsiasi significato. Ma che cos'è la normalità? Anche questa è una bella domanda.
Nasce così un romanzo dalle mille sfaccettature che fa sorridere ed emozionare usando un linguaggio che nasce dal modo in cui i bambini comunicano ponendo sempre tante domande una dietro l'altra. La storia, tenera e divertente, vede la trasformazione di un evento scolastico in un incubo. Scavare nella memoria collettiva si rivelerà più insidioso del previsto affrontando tanti temi (l'educazione, la diversità, la tolleranza, la censura, i legami familiari, i rapporti fra adulti e bambini) che ci portano a riflettere sulla democrazia e sull'inclusione. Due argomenti importanti che spesso gli adulti cercano di insegnare ai più piccoli, ma poi loro sono i primi a non metterli in atto nei rapporti con gli altri. Lo sguardo curioso e ingenuo dei bambini, privo di pregiudizi, spesso si scontra con le certezze di genitori e insegnanti. Gli adulti non amano mettersi in discussione, hanno certezze granitiche basate sulle loro convinzioni. Ognuno è responsabile delle proprie azioni e delle proprie idee, sono queste le basi del vivere civile. Trasportando la storia narrata nella realtà attuale, appare evidente come piccoli eventi concatenati possono portare a conseguenze drammatiche.
Dicker, nel romanzo, parla del concetto di democrazia e scrive che vuol dire "essere se stessi in mezzo agli altri". Dobbiamo quindi essere consapevoli della nostra identità e ciò non è facile. La società deve aprirsi al rispetto e alla tolleranza, ognuno ha il diritto di essere come vuole e deve esser rispettato. Naturalmente vivendo in una società ci sono delle regole da osservare e occorre comprendere quali sono i limiti entro i quali si sviluppa la libertà.
Nella postfazione Dicker riflette sull'azione negativa dei social network che allontanano dal piacere della lettura. Si è persa la voglia di socializzare, di guardarsi intorno e informarsi. Stiamo sempre con gli occhi fissi sul telefonino. Molte librerie dove ero stato invitato al mio esordio, dice l'autore, non esistono più. Quelle rimaste sono costrette, per sopravvivere, a vendere anche articoli che non hanno nulla a che fare con la letteratura. Tuttavia la cosa più importante è che leggere su carta permette all'uomo di sviluppare strumenti sociali come l'empatia, la comprensione dell'altro, la capacità di affrontare le sfide del nostro tempo. Leggere vuol dire allenare il nostro cervello a prendere decisioni autonome, a formulare propri convincimenti e a non accettare passivamente i ragionamenti altrui. Sviluppare uno spirito critico è importante anche per comprendere e rafforzare i principi su cui si basa la democrazia. Ciò non vuol dire condannare i telefonini o la lettura su schermo. Vuol dire non abbandoniamo il cartaceo, portiamo un libro con noi per occupare in modo proficuo il tempo di un'attesa, di un viaggio, di una pausa pranzo. Il nostro povero mondo è sull'orlo di un orribile precipizio, la lettura può aiutarci a non perderci per sempre.
Con "La catastrofica visita allo zoo" l'obiettivo di Dicker è "di scrivere un libro che potesse essere letto e condiviso da tutti i lettori, chiunque essi siano e ovunque si trovino, dai sette ai centoventi anni." Obiettivo raggiunto con buoni risultati.
Ciao Aquila, come sai ho letto da poco questo romanzo e l'ho apprezzato tantissimo, soprattutto per i diversi livelli di lettura attraverso i quali può essere letto! Bellissima la tua recensione, che mi ha permesso di rievocare questa bella lettura :-)
RispondiEliminaCiao Ariel, hai colto perfettamente il pregio di questo romanzo che si presta a essere letto con più interpretazioni in base alla propria sensibilità. Una prova riuscita per Joel Dicker! Un saluto :)
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