Tra i romanzi psicologici più letti del 2025 c'è senza dubbio "Butterfly" (Longanesi, traduzione di Delfina Sessa) il romanzo d'esordio della finlandese Martta Kaukonen, giornalista e critica cinematografica.
Si tratta di una storia avvincente che vede protagonista due donne legate da una catena di abusi e dalle loro conseguenze: Ira, una paziente pericolosa, assassina seriale in cerca di un alibi; Clarissa, una psicologa affermata e nota in tutto il Paese. Entrambe, però, nascondono dei segreti e iniziano un crudele gioco fatale in cui niente è come appare.
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![]() STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 7 |
Pagine: 320
Ira ha un destino scritto nel nome. È nel fiore dei vent'anni, è brillante, ma le ossessioni la divorano, la consumano, mettono in pericolo lei e gli altri. Clarissa è una psicologa affermata, famosa in tutta la Finlandia, una star dei talk show dove compare in tailleur griffato e tacco dodici perché vuole rispondere a un cliché. È a lei che Ira si rivolge per chiedere aiuto. Anche se certo non l'aiuto che Clarissa immagina. Ira infatti ha soprattutto bisogno di un alibi. Perché è un'assassina seriale, una spietata killer di uomini. D'altra parte nemmeno Ira immagina cosa si nasconde dietro l'aspetto impeccabile di Clarissa, quali rischi stanno correndo la sua brillante carriera e la sua vita. Chi dunque deve decifrare l'altra? La folle serial killer che si dipinge come una farfalla o la professionista che sorride sulle copertine dei magazine? Le parole occultano, manipolano, ingannano o guariscono? Come in una vertiginosa psicoterapia a cui il lettore ha il privilegio di assistere, Ira e Clarissa prendono a turno la parola per spiegare il proprio punto di vista, crearsi la propria via d'uscita. Alla fine non ci sarà più nessuno a cui credere, e al tempo stesso tutto sembrerà terribilmente chiaro.

Perché dovrei raccontarvi tutti i particolari della gabbia? Voi non mi conoscete. Per voi io non sono altro che parole su carta. Potrei essere tanto il personaggio di un romanzo quanto una persona reale.
Ira, ventenne brillante ma consumata dalle sue ossessioni, si rivolge alla rinomata psicologa Clarissa.
Ma la terapia si trasforma presto in un gioco letale. Ira non cerca aiuto ma un alibi per coprire i suoi crimini. Dietro il sorriso impeccabile e il successo di Clarissa si nascondono invece segreti altrettanto inquietanti. Chi manipola chi? La folle serial killer che si dipinge come una farfalla o la professionista che sorride sulle copertine dei magazine?
Voci narranti lucide e inquiete, lacerate tra opposti sentimenti, raccontano ognuna la propria storia. Tuttavia le parole occultano, manipolano e ingannano. Tante bugie e una sola verità.
La parola ti scava dentro. La parola ti seduce. La parola ti inganna. E non ti lascia scampo.
Ira, ha un destino scritto nel nome, vent'anni che pesano come un macigno, racconta di essere una serial killer. Nel suo passato c'é l'inferno lastricato anche da allucinazioni, dall'anoressia e dai tentativi di suicidio. É vittima della sindrome da dolore auto inflitto e ha deciso di chiamarsi Butterfly. In passato aveva chiesto aiuto e sostegno, ma nessuno l'aveva ascoltata. In terapia racconta il suo disagio e la violenza che prova verso gli uomini. Una diagnosi di infermità mentale potrebbe, in futuro, farle comodo.
C'era troppo sangue nella stanza. No, non avevo scritto le parole delle canzoni dei Beatles sulle pareti con il sangue, come la Manson Family. Però sul tappeto c'era una macchia enorme. Non era a forma di cuore, era una di quelle macchie d'inchiostro in cui chi fa i test psicologici dice di vedere una farfalla perché non ha il coraggio di ammettere che sembra una vagina.
Clarissa è una donna affermata, empatica, specialista in materia di violenza e abusi sessuali. Tutti riconoscono in lei una figura di spicco nel suo campo in Finlandia. Star dei talk show. Impeccabile in tailleur griffati e tacchi a spillo, è sempre pronta a sfidare ogni cliché.
Noi donne dobbiamo sempre dimostrare di essere competenti, mentre negli uomini la competenza si dà per scontata. Gli uomini hanno paura delle donne intelligenti. Fortunatamente avevo uno stratagemma per compensare, agli occhi degli uomini, il fatto che la mia intelligenza minasse la loro fragile autostima: mi rimpicciolivo come Mignolina indossando gli indumenti più sexy del mio guardaroba. Il mio modo di vestire li calmava.
Pekka, marito di Clarissa, vive all'ombra della moglie. É ossessionato dall'idea che la moglie possa avere un'amante. É determinato a difendere il suo matrimonio e autoassolve i suoi peccatucci.
Arto, giornalista alcolizzato cinquantenne, ha la possibilità di un riscatto lavorativo: deve intervistare Clarissa per il principale giornale finlandese con cui saltuariamente collabora. L'intervista ha lo scopo di scoprire notizie piccanti sulla vita privata della psicologa.
Come in una vertiginosa psicoterapia a cui il lettore ha il privilegio di assistere, Ira e Clarissa prendono a turno la parola per spiegare il proprio punto di vista, crearsi la propria via d'uscita. Alla fine non ci sarà più nessuno a cui credere, e al tempo stesso tutto sarà terribilmente chiaro.
Una storia psicologicamente complessa che si articola in capitoli brevi che si alternano dando voce a ogni personaggio. All'inizio si procede un po' lentamente, rimbalzando tra i protagonisti nel vano tentativo di scegliere con chi schierarsi, chi incoraggiare e chi detestare. Tutto inutile, le carte si mescolano continuamente, le cose forse non sono come sembrano e ci si ritrova in trappola. Non fidarsi di loro è una saggia scelta, sono tutti narratori inaffidabili che scoprono le loro debolezze.
"Butterfly" è un thriller psicologico atipico che esplora il lato oscuro della psicanalisi e della mente umana. Non ci sono omicidi e relative indagini, ma tutto è concentrato su qualcosa successo in passato e sulle sue conseguenze. Il bozzolo nero esplode per lo svelarsi di abusi e traumi, rabbia e vendetta, sogni infranti e sbornie frequenti. Ho cercato di trovare il bandolo della matassa nel tentativo di ridurre il tutto all'eterna lotta tra il male e il bene, ma ho trovato solo il male coniugato in mille modi. Il fascino del romanzo è tutto nel gioco perverso e pericoloso che intercorre tra i protagonisti. Tutti si muovono su un territorio minato da inganni e menzogne. L'ambiguità regna sovrana, si nutre di vite disperate che gridano il loro dolore per squarciare realtà taciute. Entrare nella mente di Ira, vuol dire venire a contatto con il perturbante mondo di una serial killer e su come percepisce la realtà.
Uccidere era l'unica cosa che mi rimaneva. Senza uccidere mi restava solo il deserto. Ogni individuo ha un'identità. A me mancavano i pilastri per la costruzione dell'io. Ero un quadro bianco, una tela vuota. Avevo dovuto dipingere da sola la mia immagine.
Un altro punto di forza del thriller è il rapporto tra psicologa e paziente. Clarissa e Ira si studiano a vicenda, si fronteggiano e si sfidano mettendo in atto dinamiche di potere, fiducia e vulnerabilità che sono alla base del rapporto terapeutico.
"Butterfly" affronta tematiche forti e pone in primo piano il terribile problema della pedofilia, le conseguenze terribili degli abusi, la devastazione della psiche. È un incubo che si fa realtà. Un labirinto della mente da esplorare che rende inefficaci i test di Rorschach e di Beck sulla depressione. Nel segno di un dolore inascoltato e calpestato, Ira è un enigma vivente da decifrare.
"Butterfly" è un gioco psicologico letale che coinvolge Ira e Clarissa, paziente e terapeuta. Inganni e tensioni, realtà e finzione si intrecciano per confondere noi lettori deliziati da tante ambiguità e pronti a seguire la più labile pista per scoprire la verità in una società spietata con i soggetti più vulnerabili. Chi è il vero mostro?