lunedì 27 febbraio 2017

RECENSIONE | "Qualcosa" di Chiara Gamberale

Buongiorno, cari lettori :) Se avete amato “Il Piccolo Principe” di Saint- Exupéry, non potete non leggere l’ultimo lavoro di Chiara Gamberale. La scrittrice affronta un tema complesso e attuale: il voler riempire ossessivamente le nostre vite, anziché fare i conti con chi siamo e che cosa vogliamo.

STILE: 9 | STORIA: 9 | COVER: 10
Qualcosa
Chiara Gamberale

Illustratore: Tuono Pettinato
Editore: Longanesi
Pagine: 176 | Prezzo: € 16,90
Sinossi
La Principessa Qualcosa di Troppo, fin dalla nascita, rivela di possedere una meravigliosa, ma pericolosa caratteristica: non ha limiti, è esagerata in tutto quello che fa. Si muove troppo, piange troppo, ride troppo e, soprattutto, vuole troppo. Ma, quando sua madre muore, la Principessa si ritrova "un buco al posto del cuore". Smarrita, prende a vagare per il regno e incontra così il Cavalier Niente che vive da solo in cima a una collina e passa tutto il giorno a "non-fare qualcosa di importante". Grazie a lui, anche la Principessa scopre il valore del "non-fare". E del silenzio, dell'immaginazione, della noia: tutto quello da cui era sempre fuggita. Tanto che, dopo avere fatto amicizia con il Cavalier Niente, Qualcosa di Troppo gli si ribella e pur di non fermarsi e di non sentire l'insopportabile "nostalgia di Niente" che la perseguita vive tante, troppe avventure... Fino ad arrivare in un misterioso tempio color pistacchio e capire che "è il puro fatto di stare al mondo la vera avventura". Chiara Gamberale si concentra sul rischio che corriamo a volere riempire ossessivamente le nostre vite, anziché fare i conti con chi siamo e che cosa vogliamo. Grazie a un tono sognante e divertito, e al tocco surreale delle illustrazioni di Tuono Pettinato, "Qualcosa" ci aiuta così a difenderci dal Troppo. Ma, soprattutto, ci invita a fare pace col Niente.



La Principessa Qualcosa di Troppo mostra, fin dalla nascita, di non essere una bambina come tutte le altre. È esagerata in tutto ciò che fa. Piange troppo, si muove troppo, grida troppo, vuole troppo. Qualcosa di Importante, il padre, e Una di Noi, la madre, erano affascinati da questa piccolina che fin dal primo vagito voleva TUTTO, TROPPO. I Ragazzini Abbastanza non riescono a legare con lei. La Principessa è sempre più sola. Quando, per la prima volta, un vero dolore la colpisce, la Principessa si ritrova “un buco al posto del cuore”. Come reagire al TROPPO al dolore? Come colmare il buco nel cuore?
Un giorno la Principessa incontra il Cavaliere Niente che trascorre il tempo a “non fare qualcosa di importante”. Grazie a lui Qualcosa scopre il valore del silenzio, del non-fare, della noia. Ma tutto ciò non fa per la nostra protagonista che ben presto si ribella, non ama rimanere con i piedi per terra. Lei vuole vivere avventure, trovare qualcuno con cui percorrere i sentieri della vita. Qualcosa andrà in cerca dell’amore. Incontrerà un Principe sempre Allegro, un Conte sempre Triste, un Duca sempre Indignato. Crederà di amare ognuno di loro pur sentendo forte la nostalgia del Cavalier Niente.

“Qualcosa” è una meravigliosa favola che incanta e fa riflettere. In un mondo immaginario, ma non troppo, la scrittrice affronta temi quali l’amore, l’amicizia, la morte, la conoscenza di sé. Il nome dei personaggi sottolineano le loro caratteristiche psicologiche e si è subito creata una forte empatia con loro. La Principessa pone molte domande, mi rifletto in lei, chiedendosi soprattutto qual è la differenza tra bisogno e desiderio in amore.
Gli altri desideri volevano qualcosa che non c’era. L’amore, invece, voleva qualcosa che c’è.
Nel mondo di Qualcosa troverete molti riferimenti alla nostra società. Tutti, prima o poi, dobbiamo fare i conti con un vuoto interiore che può nascere dal sentirsi inadeguati, dalla solitudine, dalla perdita di una persona cara. Per riempire quel buco siamo disposti a fare di tutto, la nostra vita è una corsa a ostacoli, sempre indaffarati senza mai fermarci a riflettere su ciò che siamo e che cosa realmente desideriamo. I nostri amici virtuali non riempiono il nostro vuoto. Smorfialibro,nel romanzo, Facebook nella realtà, ci circondano di falsi amici, “Mi Piace” è il loro nome che svanisce nel vento della realtà. Trovarsi di fronte a eventi drammatici è doloroso per tutti, spesso non sappiamo come reagire. Il nostro cuore è trivellato di buchi, non riusciamo ad affrontare questo dolore, ci nascondiamo dietro il FARE mentre dovremmo fermarci per far pace con il silenzio diventato un nostro nemico. Guardarsi dentro fa paura, non far nulla crea spazi di riflessione. Inutile stare fermi e piangersi addosso, il buco non svanirà da solo. Bisogna studiarlo, osservarlo, andarci vicino per vedere cosa c’è. Nulla mi direte. Ecco una verità che bisogna accettare, il TROPPO non è una difesa. Qualcosa ci invita a fermarci,a rallentare i nostri ritmi, a capire che non possiamo cercare negli altri ciò che già risiede in noi. La vera avventura è il puro fatto di stare al mondo.

La Principessa Qualcosa di Troppo vi aspetta nel suo mondo per regalare a tutti noi una fiaba moderna adatta a tutte le età. Vivere è la più grande avventura che un uomo possa affrontare. Buona lettura.

sabato 25 febbraio 2017

RECENSIONE | "Il marchio perduto del templare" di Giuliano Scavuzzo

Carissimi lettori, concludiamo la settimana con un interessante romanzo storico arricchito da venature esoteriche e da una buona dose di psicologia.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il marchio perduto del templare
Giuliano Scavuzzo

Editore: Newton Compton
Pagine: 288
Prezzo: € 9,90
Sinossi
Nella Roma medioevale di Innocenzo III, una città in piena decadenza vessata dal malaffare e dal crimine, sei cavalieri templari, che durante la prigionia in Terra Santa hanno votato l’anima al diavolo, sono pronti a sacrificare due piccoli gemelli e a scatenare l’Apocalisse. Il loro capo, Lucifuge, ha bisogno di un antico libro, la Clavicula Salomonis, per compiere la cerimonia finale. Uno dei templari, Shane de Rue, ha però rubato e nascosto il prezioso grimorio, tradendo i suoi compagni e privandosi poi dei propri ricordi per impedire a chiunque di ritrovarlo. Ma le immagini di una battaglia cruenta in Terra Santa continuano a tormentarlo, come una maledizione. Solo Lilith, una strega dai poteri straordinari, potrebbe liberarlo dall’anatema che lo ha colpito: parola di Don Graziano, un prete che ha chiesto l’aiuto di Shane per fermare l’uccisione dei gemelli. Quando i due si recano al Colosseo per incontrare la donna, ecco che Lucifuge li sorprende…

Sei templari. Sei assassini. Sei demoni. Sei. Sei. Sei. Il numero della bestia.
Nella Roma di Innocenzo III, sei cavalieri templari, che durante la prigionia in Terra Santa hanno votato l’anima al diavolo, sono pronti a sacrificare due gemellini e a scatenare l’Apocalisse. Questo accenno di trama ha subito risvegliato in me la lettrice che si lascia affascinare dai romanzi storici capaci di mutar veste, capitolo dopo capitolo, offrendo una lettura ricca di suspense ed emozioni. La scelta tra il bene e il male, il destino, il libero arbitrio, la magia nera e molto di più sono gli elementi che rendono questo romanzo avvincente.

La storia inizia offrendoci subito la cartolina di una città in putrefazione, Roma.
Roma aveva perso la magnificenza del passato, era una città moribonda, a causa, così si diceva, delle fazioni che vi si scontravano. L’Urbe era ormai in rovina, povera di denaro e disprezzata dal pontefice e dai sovrani.
Con fare intrigante, lo scrittore inserisce nella storia incursioni nel passato. Vi ritroverete, così, in Terra Santa sui campi di battaglia dove si combatte in nome della fede. Tuttavia è Roma il luogo dove si combatterà l’eterna guerra tra il bene e il male. Potrete godere della descrizione di alcuni luoghi come il Colosseo e Castel Sant’Angelo così come poteva vederli il visitatore del 1200.

Numerosi i personaggi che arricchiscono la narrazione creando, con la ricostruzione delle loro vite, veri e propri romanzi nel romanzo.

Ho apprezzato lo svolgimento dell’azione, le motivazioni psicologiche e i sentimenti dei personaggi. L’intreccio, ben equilibrato, mette in luce vizi e virtù dei protagonisti. Le virtù sono pochine ma a me piacciono i cattivi-cattivi.

Iniziamo con il protagonista che ha un nome evocativo: Ombra. È un assassino che non ricorda quasi nulla del suo passato. È coraggioso, autoritario, spesso assume atteggiamenti di superiorità. È un uomo crudele che ripone cieca fiducia solo nelle sue fedeli compagne: due daghe nere e affilate. Scopriremo che un tempo è stato un templare che ha tradito i suoi compagni. Il perché lo lascio scoprire a voi. Al suo fianco c’è Don Graziano, ex cappellano del Sacro Ordine dei Templari, intenzionato a salvare due gemelli da morte certa.

Tra i cattivi risalta il Grande Inquisitore Tito, l’anima nera della Chiesa. Potrete trovare un barlume di bontà nel personaggio di Gabriel Hill.

Io ho adorato il personaggio di Lilith, strega dai poteri straordinari. Governa il mondo misterioso sorto nel ventre insanguinato del Colosseo. In lei si agitano passione e vendetta, amore e odio.

Ho letto questo romanzo praticamente in apnea conquistata da una storia ricca di avvenimenti e di protagonisti camaleontici. La magia nera ha un ruolo fondamentale nella storia e il desiderio di vendetta striscia silenzioso e mortale tra le pieghe del tempo. Inarrestabile e crudele colpirà in nome di un amore tradito e ripudiato. Il destino mostra un percorso obbligato, il libero arbitrio è una chimera.

Il romanzo, nel quale gli eventi storici si amalgamano perfettamente con la vicenda fantastica, contiene la descrizione affascinante di battaglie e luoghi importanti. Intrigante l’intreccio di amori, avventure, vendette, con una ricchezza di azioni che si svolgono su uno sfondo storico accuratamente ricostruito.

“Il Marchio Perduto Del Templare” vi offre la possibilità di una lettura che vi permetterà di entrare in una fucina di eventi ed emozioni. Potrete, se volete, compiere un affascinante viaggio nel tempo. Attenti, però, ai demoni, alle streghe e, soprattutto, agli uomini. Buon viaggio e buona lettura.

giovedì 23 febbraio 2017

RECENSIONE | "Le nostre anime di notte" di Kent Haruf

Carissimi lettori, se avete voglia di una carezza sul cuore non potete perdervi “Le nostre anime di notte” di Kent Haruf, NN Editore. Avrete tra le mani un breve romanzo delicato e struggente, ultimo dono dello scrittore ai suoi lettori.

STILE: 8 | STORIA: 9 | COVER: 7
Le nostre anime di notte
Kent Haruf
(traduzione di F. Cremonesi)

Editore: NN Editore
Pagine: 200
Prezzo: € 17,00
Sinossi
La storia dolce e coraggiosa di un uomo e una donna che, in età avanzata, si innamorano e riescono a condividere vita, sogni e speranze. Nella cornice familiare di Holt, Colorado, dove sono ambientati tutti i romanzi di Haruf, Addie Moore rende una visita inaspettata a un vicino di casa, Louis Waters. Suo marito è morto anni prima, come la moglie di Louis, e i due si conoscono a vicenda da decenni. La sua proposta è scandalosa ma diretta: vuoi passare le notti da me? I due vivono ormai soli, spesso senza parlare con nessuno. I figli sono lontani e gli amici molto distanti. Inizia così questa storia di amore, coraggio e orgoglio.



Io non conoscevo Kent Haruf nella sua veste di scrittore anche se ho sentito parlare della Trilogia della Pianura. Se avete letto Canto della pianura, Crepuscolo e Benedizione fatemi sapere il vostro parere. Sono curiosa.

Ritornando a “Le nostre anime di notte”, uscito postumo, sappiate che la storia è ambientata nella fittizia cittadina di Holt, Colorado. Da questo libro sarà presto tratto un film che avrà come protagonisti Robert Redford e Jane Fonda.

Nella perfetta traduzione di Fabio Cremonesi, “Our Souls at Night”, parla direttamente al cuore dei lettori e adoro essere accolta con piacere in luoghi che non ho mai conosciuto. Holt è il centro dell’immaginario di Haruf,i suoi fan la conoscono già io l’ho conosciuta ora e già occupa un posto speciale nel mio cuore.
Amo questo mondo fisico. Amo questa vita insieme a te. E il vento e la campagna. Il cortile. La ghiaia sul vialetto. L’erba. Le notti fresche. Stare a letto al buio a parlare con te.
Un giorno Addie Moore si reca dal suo vicino di casa, Louis Waters, per proporli di trascorrere le notti con lei.
Probabilmente ti stai chiedendo cosa ci faccio qui, disse lei.

Be’, non penso tu sia venuta per dirmi che casa mia è graziosa.

No. Volevo suggerirti una cosa.

Eh?

Si. Una specie di proposta.

Okay.

Non di matrimonio, disse lei. […]

Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me. […]

Siamo tutti e due soli. Ce ne stiamo per conto nostro da troppo tempo. Da anni. Io mi sento sola. Penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare.
Inizia tutto così, con la semplicità delle cose vere. Inizia una storia in cui amicizia, intimità, amore si intrecciano alla luce delle stelle. Ma la comunità di Holt non approva questa relazione considerandola inspiegabile. Anche il figlio di Addie, Gene, si oppone. Ai due protagonisti non resterà che scegliere tra la libertà e il rimpianto.

“Le nostre anime di notte” è un romanzo scritto in modo semplice e perfetto. I due protagonisti sono figure tranquille, pacate che decidono di percorrere insieme un tratto di vita. Affrontano un viaggio sulla linea di confine tra presente e passato, si raccontano frammenti delle loro vite ripescando, dalla scatola della memoria, momenti preziosi. Ho seguito le loro confidenze sentendomi quasi in colpa per ascoltare il fiume di parole che quieto scorre nella notte. Le parole aprono e chiudono i loro mondi colmi di affetti, di scelte, di sbagli e di ambizioni. I dialoghi tra i due protagonisti sono essenziali, privi di abbellimenti letterari. La semplicità regna per tutto il romanzo suddiviso in brevi capitoli.

Ho letto questo breve libro provando malinconia e uno struggente senso di compiutezza. Nella notte, come sul finire dell’esistenza, stesi uno accanto all’altra, Louis e Addie, si tengono per mano.
Addie spense la luce. Dov’è la tua mano?

Proprio qui accanto a te, dove sta sempre.

Gliela prese. Adesso possiamo di nuovo parlare, disse.

Di che cosa vuoi parlare?

Voglio sapere cosa pensi.
Che bella questa intimità di cuori e menti. È una specie di mistero in cui non c’è posto per la solitudine. I pensieri più intimi prendono vita con le parole, i desideri mai svelati prendono forma, il buio della notte protegge i due protagonisti. C’è in loro una specie di paura nel pensare di non avere tutto il tempo che vorrebbero. Dietro ogni loro gesto si nasconde questo timore. Il tempo vola via, ma non importa se ogni cosa è stata detta se, nell’ultima notte della vita, una mano stringe la nostra. Ma alla notte segue il giorno e la comunità di Holt mormora, è nervosa, non approva, non condivide. Tutto si complica.

“Le nostre anime di notte” è una lettura che consiglio vivamente per i temi delle relazioni, delle solitudini e delle scelte morali. Leggetelo con il cuore e vi conquisterà.

mercoledì 22 febbraio 2017

WWW Wednesdays #103

 WWW  Wednesdays è una rubrica creata dal blog Should be Reading 
e consiste nel rispondere a tre semplici domande:

-What are you currently reading? (Cosa stai leggendo adesso?)
-What did you recently finish reading? (Cosa hai appena finito di leggere?)
-What do you think you’ll read next? (Cosa leggerai dopo?)



What are you currently reading?
(Cosa stai leggendo adesso?)
 

What did you recently finish reading?
(Cosa hai appena finito di leggere?)
RECENSIONE
 

What do you think you’ll read next?
(Cosa leggerai dopo?)
  

lunedì 20 febbraio 2017

RECENSIONE | "Il nido" di Tim Winton

Buon inizio settimana, cari lettori :) Il romanzo che ho appena finito di leggere mi ha regalato una lettura ricca di tensione grazie a una trama in cui si rincorrono temi importanti per tutti noi. Con una scrittura precisa mai edulcorata, Tim Winton narra la caduta di un uomo e la sua rinascita.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il nido
Tim Winton 
(traduzione di S.Tummolini)

Editore: Fazi
Pagine: 442
Prezzo: € 19,50
Sinossi
Tom Keely, ex avvocato ambientalista molto noto, ha perso tutto. La sua reputazione è distrutta, la sua carriera è a pezzi, il suo matrimonio è fallito, e lui si è rintanato in un appartamento in cima a un cupo grattacielo di Fremantle, da dove osserva il mondo di cui si è disamorato, stordendosi con alcol, antidolorifici e psicofarmaci di ogni sorta. Si è tagliato fuori, e fuori ha intenzione di restare, nonostante la madre e la sorella cerchino in ogni modo di riportarlo a una vita attiva. Finché un giorno s'imbatte nei vicini di casa: una donna che appartiene al suo passato e un bambino introverso. L'incontro lo sconvolge in maniera incomprensibile e, quasi controvoglia, permette che i due entrino nella sua vita. Ma anche loro nascondono una storia difficile, e Keely presto si immerge in un mondo che minaccia di distruggere tutto ciò che ha imparato ad amare, in cui il senso di fallimento è accentuato dal confronto continuo con la figura del padre, Nev, un gigante buono impossibile da eguagliare. In questo romanzo coraggioso e inquietante, Tim Winton si chiede se, in un mondo compromesso in maniera irreversibile, possiamo ancora sperare di fare la cosa giusta.



La storia inizia mostrando immediatamente il protagonista in preda ai postumi dell’ubriachezza.
In bagno sotto a un raggio di luce ustionante, si chinò sullo specchio per vedere fin dove gli occhi fossero arretrati, lungo il campo di battaglia del volto. Sopra alla barba preistorica, la pelle era un ammasso di argilla sfaldata e piena di crepe. Una serie di calanchi. I denti anneriti dal vino sembravano i resti di un terreno arso dal sole.
Tom Kelly è un naufrago che si è arreso alla vita. Ex avvocato ambientalista, il protagonista ha collezionato sconfitte in ogni campo: carriera distrutta per aver denunciato la corruzione di un uomo potente, matrimonio finito per i tradimenti della moglie, reputazione distrutta, mancanza totale di lavoro. Come sopravvivere? Rinchiudendosi in un piccolo appartamento al decimo piano di un  tetro grattacielo di Fremantle, nell’Australia occidentale. Lassù, isolato nel suo nido, Tom osserva il mondo e la vita degli altri. Intanto fa uso di antidolorifici e psicofarmaci ingerendoli con generosi bicchieri di alcol. Giorno dopo giorno si allontana sempre più dalla vita attiva, è deluso e amareggiato. Un giorno incontra in ascensore una donna e il suo silenzioso bambino. Scoprirà che sono i suoi vicini di casa e verrà coinvolto nelle loro vite problematiche.
Si leveranno in volo come aquile;
correranno senza mai stancarsi;
cammineranno senza fatica.
Isaia 40:32
Come sia giunto Tom a isolarsi nel suo “nido” è vagamente accennato dall’autore  che ritiene più importante elaborare le conseguenze dell’isolamento.  Nessuno può entrare in casa sua, il mondo rimane fuori con i suoi problemi. Tuttavia il destino si presenta nelle vesti di Gemma Buck e suo nipote Kai, un bambino di sei anni. Tom dovrà indossare i panni scomodi dell’eroe per proteggere i due vicini. Dovrà trovare la forza per innalzarsi al di sopra della sua misera quotidianità scambiando la sua debolezza con la forza necessaria per lanciarsi dal nido, come un volo d’aquila, in difesa dei più deboli. In lui nascerà la voglia di combattere per Gemma e Kai, per salvare loro e anche se stesso.

“Il Nido” è un romanzo ricco di personaggi: alcuni mossi da buoni propositi, altri mossi da malsani intenti. Tutti hanno un ruolo ben preciso e sembrano circondare il protagonista con varie incursioni anche nel suo passato. Tom, naufrago senza speranza, è una figura complessa che incarna la difficoltà dell’uomo davanti al caos della propria vita. Inizialmente ho pensato a Tom come a una persona vinta dalla vita, schiacciata dagli eventi, persa tra farmaci e alcol. Mi sbagliavo.

Ho provato, invece, un’immensa tenerezza per Kai. Il bambino è prigioniero di strane fantasie, ossessionato dalla morte non riesce a manifestare le proprie emozioni. Racconta incubi in cui la morte lo accoglie e parla sempre di uccelli in via di estinzione. Ed è grazie a lui che Tom riscopre di avere un cuore e, per la prima volta, trova la forza per lasciare il nido. Adoro quando i personaggi prendono coraggio per navigare su mari in tempesta, non è necessario vincere ma agire è già un passo avanti. Gemma è un personaggio ambiguo, sono stata spesso indecisa se considerarla una vittima o una donna capace di manipolare gli altri per il proprio tornaconto. Forse sarebbe opportuno ricordare, a me stessa in primis, che dentro di noi albergano il bene e il male. Prevale l’uno o l’altro a seconda delle situazioni e, nel romanzo, di situazioni ambigue ne troverete tante.

Ho letto “Il Nido” con molta curiosità rendendomi conto che a ogni uomo viene data una seconda possibilità. Il romanzo si compone di più parti che ben sviluppano l’architettura del romanzo in cui si muovono molti personaggi che si destreggiano tra ansia, angoscia, violenza, speranza. La narrazione è resa ancor più fluida grazie ai dialoghi e a un sottile umorismo nero. Impossibile addentrarsi nelle vicende narrate e non riflettere sulla solitudine e la fragilità dell’uomo. Il titolo originario del romanzo è “Eyrie”, significa “nido d’aquila”. Ognuno di noi ha il suo “luogo inaccessibile”, “il nido” in cui rintanarsi a leccarsi le ferite che la vita,a volte, infligge senza alcuna pietà. Ma nel nostro “io” sappiamo che nulla dura per sempre, siamo pronti a spiccare il volo per aiutare chi amiamo. Aiutando gli altri aiuteremo anche noi stessi. Mai perdere la speranza. Buona lettura e buon volo d’aquila a tutti.

venerdì 17 febbraio 2017

RECENSIONE | "L'estraneo" di Poznanski e Strobel

Carissimi lettori, si è da poco concluso il blogtour che ha visto protagonista un libro pubblicato a gennaio da Giunti Editori. Si tratta del romanzo “L’Estraneo”, scritto a quattro mani da Ursula Poznanski e Arno Strobel.

STILE: 7 | STORIA: 7 | COVER: 6
L'Estraneo
Ursula Poznanski e Arno Strobel

Editore: Giunti
Pagine: 416
Prezzo: € 14,00
Sinossi
Immagina di essere sola in casa, avvolta in un accappatoio, mentre ti asciughi i capelli dopo un bagno caldo. Improvvisamente senti un rumore al piano di sotto, uno strano tintinnio, poi un cassetto che si apre e si richiude. Scendi le scale, ti avvicini alla porta della cucina e d'un tratto ti trovi davanti uno sconosciuto: occhi azzurri, capelli scuri, spalle larghe. Sei paralizzata dalla paura, inizi a gridare. Ma lui non scappa. E, cosa ancora più inquietante, ti chiama per nome, sostiene di essere il tuo fidanzato e non capisce come tu possa non riconoscerlo. Tu però sei certa di non averlo mai visto prima, afferri un fermacarte e glielo scagli contro. Chi è quell'uomo? Perché dice di conoscerti? Stai forse diventando pazza? Immagina di tornare a casa una sera e scoprire che la tua fidanzata non ti riconosce più. Comincia a gridare, è convinta che tu sia un ladro o un maniaco, ti scaglia addosso un fermacarte e corre a rinchiudersi in camera. Non riesci a capire, inizi a guardarti intorno e all'improvviso realizzi un fatto agghiacciante: le tue cose non ci sono più. Le tue giacche, che stamattina erano appese nel guardaroba, sono sparite. Non c'è più niente di tuo in quella casa. Stai forse diventando pazzo? Siete entrambi intrappolati in un incubo. E l'unico modo per uscirne è provare a fidarsi l'uno dell'altra...



“L’Estraneo” è un romanzo dall’inizio inquietante e dalla fine incerta e ricca di avvenimenti e azione. I protagonisti, Jo e il suo presunto fidanzato Erik, raccontano, a capitoli alterni, l’evoluzione dei fatti iniziando dal momento in cui tutto ha avuto inizio. Jo è in casa, dopo aver fatto un bagno caldo, sente dei rumori provenire dal piano di sotto. Scende le scale e in cucina si trova davanti un estraneo. La paura la paralizza soprattutto perché quell’uomo la chiama per nome e sostiene di essere il suo fidanzato. Jo non ha alcun ricordo di quest’uomo. Perche dice di conoscerla? Forse la pazzia è in lei? Mistero.

Ho letto questo thriller psicologico con un gran coinvolgimento emotivo. La protagonista, affetta da amnesia sistematizzata, non ricorda nulla dal suo rapporto con Erik e in casa non ci sono effetti personali dell’uomo che afferma di vivere, da molti mesi, con lei. L’amnesia di Jo riguarda solo gli eventi legati al “suo fidanzato” di cui, fino a pochi momenti prima, non immaginava neppure l’esistenza.

Come ciò sia possibile lo lascio scoprire a voi.

La lettura iniziale mi ha procurato un po’ di fastidio perché  i capitoli, a voce alterna, riportavano i punti di vista di Jo e di Erik sullo stesso evento. Ciò comportava un ripetizione dei fatti con un rallentamento del ritmo. Presumo che gli autori abbiano voluto dare la versione diversa dei protagonista per aumentare il disorientamento iniziale di entrambi. La prima parte del romanzo fila via con le caratteristiche di un thriller psicologico poi, la storia, inizia a virare verso un racconto caratterizzato dall’azione e dalla comparsa di alcune figure-meteore. Il premio per la super antipatica va a Nadine, ex fidanzata di Erik.

Capitolo dopo capitolo si entra in una girandola di dubbi, incertezze, e fare delle supposizioni diventa logico. Dividerei il romanzo in due parti con caratteristiche diverse. La prima parte mi è piaciuta molto. I personaggi riescono a creare situazioni che incuriosiscono e attraggono l’attenzione del lettore. Credere o non credere a Jo? Credere o non credere a Erik? Chi mente, chi dice la verità? Lo sapremo solo alla fine del romanzo che si svela in una veste da thriller d’azione. Il finale mi ha lasciata sbalordita per i tanti temi che concorrono a spiegare l’evoluzione degli eventi. Gli ultimi capitoli sono fuochi d’artificio che si rincorrono creando uno scenario in cui c’è di tutto e di più. Troverete il tema dell’accoglienza e della tolleranza verso coloro che giungono in Europa da terre devastate dalla guerra e dalla fame. Ritroverete lo “spirito del popolo” che ha condotto il mondo verso la guerra mondiale. Conoscerete i motivi che si celano dietro attentati che hanno devastato i nostri Paesi. Troppe cose per un thriller iniziato benissimo e terminato nell’incertezza.

“L’Estraneo” è un thriller piacevole da leggere per la curiosità che fa nascere nel lettore. Intrigante il buco nero dell’amnesia, debole e confuso il finale. 

mercoledì 15 febbraio 2017

WWW Wednesdays #102

 WWW  Wednesdays è una rubrica creata dal blog Should be Reading 
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lunedì 13 febbraio 2017

RECENSIONE | “Scia Di Sangue” di Karin Slaughter

Buon inizio settimana cari lettori :) La casa editrice HarperCollins Italia, ha pubblicato, facendo cosa gradita ai fan del genere thriller, “Scia Di Sangue” di Karin Slaughter. La scrittrice americana, nota nel genere crime internazionale, è l’autrice della famosa serie che ha come protagonista Will Trent. Il primo romanzo in cui appare Trent è il best seller “L’ombra della verità”. La serie ha ottenuto notevole successo e l’ultimo capitolo, in ordine di pubblicazione, è proprio “Scia Di Sangue”. Come al solito io non ho letto i numerosi libri della serie e ho conosciuto Will Trent e il suo mondo solo di recente. Dopo un iniziale disorientamento, molti i personaggi e le storie che si intrecciano tra loro, sono riuscita a districarmi nel groviglio dell’intreccio passato e presente. Il romanzo si è rivelato una piacevole lettura.

STILE: 7 | STORIA: 8 | COVER: 7
Scia di sangue

Autrice: Karin Slaughter
(traduzione di A. Ricci)

Editore: HarperCollins Italia

Pagine: 430 | 
Prezzo: € 18,00 
Sinossi
Quando il cadavere di un ex poliziotto viene trovato in un cantiere abbandonato di Atlanta, l'agente speciale Will Trent capisce subito che quello potrebbe essere il caso più rischioso di tutta la sua carriera. Una scia di impronte insanguinate rivela che c'era qualcun altro sulla scena del crimine, una donna, ferita, che ha lasciato quel luogo di morte ed è svanita nel nulla. Non solo: quella donna appartiene al suo passato. L'indagine si fa ancora più delicata quando si scopre che il proprietario del cantiere è Marcus Rippy, uno dei personaggi più influenti e chiacchierati della città, una stella del basket con agganci politici e uno stuolo di avvocati pronti a difenderlo anche dalle accuse più infamanti. Come quella di stupro, con cui Will ha tentato invano di incastrarlo qualche tempo prima. Quello che Will deve decifrare è un rompicapo pericoloso, perché ogni rivelazione potrebbe distruggere la sua carriera e le persone a cui tiene. Ma non ha scelta. E quando Sara Linton, il nuovo medico legale del Georgia Bureau of Investigation e sua compagna, gli spiega che la donna scomparsa ha solo poche ore di vita prima di morire dissanguata, sa cosa deve fare.

Alcune persone avevano un buco dentro di sé e passavano tutta la vita a cercare di riempirlo. Di odio, di pillole, di complotti, di invidia, dell’amore di un bambino, del pugno di un uomo.
Il cadavere di un ex poliziotto viene trovato abbandonato in un cantiere di Atlanta. Le indagini coinvolgono  Will Trent considerato uno dei migliori agenti del Georgia Bureau of Investigation. Con lui il  medico legale Sara Linton. La scena del crimine risulta subito luogo di molte incongruenze che  aprono a ipotesi investigative diverse. Troppo sangue per un solo cadavere, gli agenti ipotizzano la presenza anche di una donna ferita. Di lei però nessuna traccia, sembra svanita nel nulla. Ben presto si scoprirà che la donna misteriosa ha svolto un ruolo importante nella vita di Trent che farà di tutto per ritrovarla. È l’inizio di un’ inarrestabile ricerca che svelerà verità sepolte. Nessuno è ciò che sembra.

“Scia Di Sangue” si apre con un prologo che mostra i semi narrativi da cui germoglierà una storia avvincente e complessa. Appare subito evidente che i personaggi hanno un passato che li accomuna. Non avendo letto i libri precedenti ho avuto inizialmente qualche difficoltà a comprendere i legami tra i personaggi ma l’autrice ha colmato le mie lacune con svariati flashback che svelano parte del loro passato. Un passato segnato dalla violenza, dall’abbandono e dalla mancanza d’amore. Will Trent è un uomo che porta , sul corpo e sull’anima, le cicatrici di tali violenze scaturite da persone in cui, la luce e il calore dell’amore, non riusciva ad arrivare. Molti i personaggi cattivi che danno vita, con un crescendo di tensione e sospetti, a un thriller con un finale per nulla scontato. Con una scrittura incalzante, la scrittrice affronta temi duri sempre attuali. L’evoluzione della storia mostra come felicità, appagamento, amore, non vanno a braccetto con furia, indignazione, risentimento. Molte le protagoniste femminili, tante le alleanze sancite in un mondo nero in cui la violenza domestica, la droga, l’abuso sessuale sono elementi preponderanti. Nel romanzo non ci sono eroi, il cavaliere dalla scintillante armatura rimane una speranza mai tramutatasi in certezza. Appare evidente, invece, come chi fa del male riesce a manipolare la propria vittima.
È la maledizione degli orfani. Cerchiamo consolazione da chi ci fa del male.
Mi è piaciuta molto l’architettura del romanzo, l’intreccio di vite e destini, il male subito e inflitto, la ricerca ossessiva di un’innocenza persa ormai nel baratro del passato. Buono l’equilibrio tra la componente psicologica e quella investigativa. Nessuna noia nella lettura,colpi di scena ben distribuiti fino all’ultima pagina. Il male si mostra con le sue mille facce, nessuna scusante per nessuno, tutti, a vario livello, sono colpevoli di qualcosa.
 Per sempre non dura mai quanto uno pensava.

Per sempre è un’illusione che uccide, mai crederci, potreste perdere la vostra anima. Alla prossima.

venerdì 10 febbraio 2017

RECENSIONE | "Il collezionista di quadri perduti" di Fabio Delizzos

Carissimi lettori, in questo periodo la mia attenzione è rivolta ai romanzi storici caratterizzati da misteri e azione con venature thriller. Un bell’insieme di emozioni, suspense e intrighi che si evolvono in ben precisati momenti storici. Oggi voglio presentarvi un grande thriller storico accolto da un buon successo di critica e di pubblico.

STILE: 8 | STORIA: 8 | COVER: 7
Il collezionista di quadri perduti
(Trilogia di Raphael Dardo #1)
Autore: Fabio Delizzos

Editore: Newton Compton 

Pagine: 384 


Prezzo: € 9,90 cartaceo
Sinossi
Roma, primavera del 1555. Mentre si attende con ansia che il conclave elegga un nuovo pontefice, la Città Eterna è teatro di inquietanti omicidi, apparentemente legati al mondo dell'arte. Il collezionista Raphael Dardo, insieme ad Ariel Colorni, alchimista e geniale inventore, è alla ricerca di quadri considerati eretici dall'Inquisizione, per salvarli dal rogo. È interessato, in particolare, a un pittore noto come "l'Anonimo", i cui dipinti, che si distinguono per un realismo mai visto prima, si dice siano opera del diavolo. Raphael si troverà pericolosamente sulla stessa strada dell'implacabile inquisitore del Santo Uffizio, Girolamo Arquez, da tempo sulle tracce del pittore maledetto. Bellissime modelle, artisti folli, collezionisti stravaganti, eretici satanisti: quella di Raphael sarà una ricerca molto più rischiosa del previsto, che lo condurrà fra monasteri e bordelli, osterie e labirinti sotterranei, fino alla scoperta di una verità sconvolgente...

A fulgure et tempestate libera nos Domine.

La grande campana oscillava possente stagliandosi contro un cielo dello stesso colore. Il battaglio colpiva con forza il bronzo facendo vibrare le frasi che vi erano incise, dando loro voce.

Soli Deo honor et gloria.

Un rintocco per scacciare gli eserciti ostili e tutte le insidie del demonio, un altro per allontanare il fragore della pioggia di ghiaccio, un altro ancora contro il turbine degli uragani, l’impeto delle tormente e dei fulmini e i tuoni minacciosi, per fermare il vento vorticoso, debellare e vincere gli spiriti delle tempeste e le potenze dell’aria.

Exaudi Domine vocem popoli tui et libera eum ab omni malo.

Ma il maligno pareva attratto dalle preghiere rivolte a Dio.
Roma, 18 maggio 1555. Dopo la misteriosa morte di papa Marcello II, a Roma si svolge un nuovo conclave per eleggere il suo successore al soglio pontificio. Il ritrovamento del cadavere di una bella ragazza, ripescato dalle acque del Tevere, è solo l’inizio di una lunga scia di omicidi tutti legati, così sembra, al mondo dell’arte. Intanto giunge in città Raphael Dardo, collezionista, inviato da Cosimo de’ Medici per trovare i più bravi pittori da convocare a corte. Dardo, però, ha una missione segreta da svolgere. Egli cerca le migliori opere considerate eretiche dall’Inquisizione per salvarle dalla distruzione. Nella sua ricerca appare sempre più importante la figura di un pittore noto come l’Anonimo. I suoi quadri sono talmente realistici da far mormorare che siano realizzati con l’aiuto del diavolo. L’Inquisizione ha un ruolo determinante nella storia e si mostra nelle sembianze del domenicano Girolamo Arquez, uomo implacabile. Tutti cercano l’Anonimo. Anche dal conclave, luogo isolato per antonomasia, giungono gli ordini del potente cardinale Carafa. Cosa si nasconde dietro la lotta ai nemici della fede? 

“Il Collezionista Di Quadri Perduti” è un romanzo affascinante che corre, come scrive Marcello Simoni, per i neri sentieri della storia. Mi piace l’alchimia creata dall’intreccio tra Storia e thriller. Prendi personaggi realmente esistiti, falli incontrare con figure misteriose frutto della fantasia, mescola il tutto con intrighi e misteri collocati in contesti storici ben ricostruiti, aggiungi qualche orribile omicidio e otterrai tutta la mia attenzione. Poca cosa mi direte! Invece no, miei cari lettori. Infatti ho notato ultimamente che il romanzo storico sta, in un certo qual modo, cambiando pelle. Suspense, azione e intrighi riescono a catturare l’attenzione del lettore, la mia senza alcun dubbio, e mi piace, attraverso la storia, compiere viaggi immaginari. Quindi è con piacere che ho letto questo romanzo di Delizzos che narra di delitti diabolici che si consumano all’ombra del conclave nella Città Eterna. Tanta la mia curiosità nel tentare di scoprire il nome del pittore maledetto. Per fortuna ogni cosa viene svelata nel finale a cui giungerete dopo aver letto ben 85 capitoli che volano via in un batter di ciglia grazie a una scrittura fluida e accattivante. Scoprirete molte notizie e curiosità legate a una ricostruzione storica accurata. Gli animi sensibili forse non apprezzeranno i dettagli sugli strumenti di tortura e sui roghi che facevano piazza pulita di persone. Roma è descritta con il suo intreccio di monasteri e bordelli, osterie e labirinti sotterranei dove è facile incontrare donne diaboliche e artisti folli. Vi sorprenderà sapere che nel menu del banchetto in casa Strozzi compaiono i carciofi tra i dolci. Queste sono piccole anticipazioni,nel romanzo troverete molto di più. La Chiesa non fa una bella figura in questa storia ma ricordiamo che non tutti i prelati sono soggetti di corruzione e cupidigia. I religiosi onesti dediti alle opere di bene esistevano anche allora.

Vi suggerisco anche di prestare attenzione alla Nota dell’autore, sarà una lettura molto interessante. Seguirò con vivo interesse lo scrittore Fabio Delizzos. Ho visto che ha già pubblicato, con grande successo, altri romanzi storici grazie alla Newton Compton. Mi piacerebbe poter leggere ogni pubblicazione, se voi avete già letto qualche altro romanzo di Delizzos ditemi pure il vostro parere. Io vi lascio alla Città Eterna e ai suoi misteri. Da leggere.

mercoledì 8 febbraio 2017

BLOGTOUR "Il marchio perduto del templare" di Giuliano Scavuzzo | Terza Tappa - I luoghi e i personaggi del romanzo

Buongiorno carissimi lettori. Oggi sono felice di ospitare sul blog, la terza tappa del blogtour  organizzato per farvi conoscere un romanzo che ha mi ha sorpreso molto per la sua capacità di catturare l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine. Si tratta di un romanzo storico con venature esoteriche e una buona dose di psicologia. 

Il marchio perduto del templare

Autore: Giuliano Scavuzzo
Editore: Newton Compton 
Pagine: 288 | Prezzo: € 9,90 cartaceo
Sinossi 
Nella Roma medioevale di Innocenzo III, una città in piena decadenza vessata dal malaffare e dal crimine, sei cavalieri templari, che durante la prigionia in Terra Santa hanno votato l’anima al diavolo, sono pronti a sacrificare due piccoli gemelli e a scatenare l’Apocalisse. Il loro capo, Lucifuge, ha bisogno di un antico libro, la Clavicula Salomonis, per compiere la cerimonia finale. Uno dei templari, Shane de Rue, ha però rubato e nascosto il prezioso grimorio, tradendo i suoi compagni e privandosi poi dei propri ricordi per impedire a chiunque di ritrovarlo. Ma le immagini di una battaglia cruenta in Terra Santa continuano a tormentarlo, come una maledizione. Solo Lilith, una strega dai poteri straordinari, potrebbe liberarlo dall’anatema che lo ha colpito: parola di Don Graziano, un prete che ha chiesto l’aiuto di Shane per fermare l’uccisione dei gemelli. Quando i due si recano al Colosseo per incontrare la donna, ecco che Lucifuge li sorprende…



I luoghi e i personaggi del romanzo

Sei templari, sei assassini, sei demoni: 666.
666, il numero della Bestia. Nella Roma di Innocenzo III, sei cavalieri templari, che durante la prigionia in Terra Santa hanno votato l’anima al diavolo, sono pronti a sacrificare due piccoli gemelli e a scatenare l’Apocalisse. Questo accenno di trama  ha subito risvegliato in me la lettrice che si lascia affascinare dai romanzi storici che si rivelano capaci di mutar veste, capitolo dopo capitolo, offrendo una lettura ricca di suspense ed emozioni. La scelta tra il bene e il male, il destino, il libero arbitrio, la magia nera e molto di più sono gli elementi che rendono questo romanzo avvincente e intrigante. Per stimolare un po’ la vostra curiosità vi parlerò dei luoghi e dei personaggi che danno vita a questo romanzo.

Il romanzo ci offre subito la cartolina di una città in putrefazione: Roma
Roma aveva perso la magnificenza del passato, era una città moribonda, a causa, così si diceva, delle fazioni che vi si scontravano. L’Urbe era ormai in rovina, povera di denaro e disprezzata dal pontefice e dai sovrani.
Ma la Città Eterna era sempre amata e rispettata in tutto il mondo cristiano anche se la Santa Inquisizione  incuteva paura.
Le prigioni dell’Inquisizione, un tetro edificio, sembravano più un castelletto fortificato che un edificio della Chiesa. Era sovrastato da tre torri alte almeno quaranta braccia, slanciate e con guglie sottili. Decine di statue di varie dimensioni l’adornavano, gargolle che sembravano avere il compito di proteggerlo. Sulle mura esterne spiccavano bassorilievi con scene di guerra, simboli esoterici e moniti in latino contro i peccatori.
La narrazione, articolata e accattivante, sposta spesso il fulcro del racconto. Così, senza neanche accorgervene, vi ritroverete in Terra Santa sui campi di battaglia.
Dopo la prima carica della cavalleria dell’Ordine la formazione della fanteria degli infedeli era ormai in rotta. La vista di duecento cavalieri in armatura di maglia con lance e scudi era sufficiente per far fuggire un’intera guarnigione.
Mentre la furia dei cavalieri dell’Ordine si abbatte sugli infedeli, con un bel balzo temporale ritorniamo nell’Urbe. Scopriremo una Roma sotterranea e ci aggireremo nel Pantheon, il tempio di tutti gli dei. Non solo. In questo romanzo troverete la descrizione di alcuni luoghi come il Colosseo, Castel Sant’Angelo così come poteva vederli il visitatore del 1200.


Dopo avervi indotto in tentazione mostrandovi i bellissimi, a volte temibili, luoghi in cui potrete vivere mille emozioni è giunto il momento di presentarvi i personaggi che animano questo romanzo.

“Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam”
è il motto dei Cavalieri Templari e significa: 
“Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria”.

Il protagonista ha un nome che è tutto un programma: Ombra. È un assassino che non ricorda quasi nulla del suo passato. È coraggioso, autoritario, spesso assume atteggiamenti di superiorità. È un uomo crudele che ripone cieca fiducia solo nelle sue fedeli compagne: due daghe nere e affilate. Scopriremo che un tempo è stato un templare che ha tradito i suoi compagni. Il perché lo lascio scoprire a voi.

Conosciamo, poi, Don Graziano. Anche lui era stato in Terra Santa come cappellano del Sacro Ordine Templare. Chiederà l’aiuto di Ombra per salvare due gemelli, destinati, da un uomo malvagio, a una morte orrenda.

Il mio personaggio preferito è Lilith, una strega dai poteri straordinari. Governa il mondo misterioso sorto nel ventre insanguinato del Colosseo. In lei si agitano passione e vendetta, amore e odio.

E poi c’è lui, il super cattivo, il Grande Inquisitore Tito. Potremmo definirlo “l’anima nera della chiesa”. Appare calmo e paziente ma dietro quella coltre di gentilezza si nasconde ferocia e crudeltà.

Un po’ di bontà viene portata nella storia dal personaggio di Gabriel Hill. Il suo nome vi ricorderà il nome di un angelo.

Personaggi complessi, misteriosi, forti e fragili allo stesso tempo per un romanzo che vi conquisterà con il suo intreccio di uomini, demoni e streghe. Buona lettura.



Buon proseguimento e buona lettura :)